Nessuno può prevedere la storia di un paese dove crescono dei peperoncini che piccano in cento modi diversi.
(Juan Villoro)
Tra richieste assurde, budget da rispettare, mille preventivi e altrettante modifiche, arriva l’invito di un tour operator a visitare una struttura internazionale in Messico, Puerto Aventuras per l’esattezza… Dopo due mesi e mezzo di lavoro no stop – domeniche e giorni festivi non esistono in un centro commerciale! – il Messico me lo merito!
Mi fa fatica pensare di dover arrivare a Milano Malpensa e fare dieci ore di volo per un po’ di mare… ma è fine febbraio e grandi alternative per il mare non ce ne sono.
Mare, Messico e Mojito… Ma davvero ho pensato se andare?
Finalmente atterro a Cancun. Esco dall’aeroporto. Piove… E via nella mia testa parte il ritornello della nota canzone di Iannacci… “Messico e nuvole…” Ma non c’è problema! Le piogge ai tropici sono intense ma brevi e poi… ci penserò domani – mi dico mentre salgo sulla navetta che mi porterà a Puerto Aventuras in un’ora e mezza circa.
E arriva “domani”… Piove! Vedi che succede a spargere troppo la voce?
Ma un pensiero alla volta! Il mio stomaco brontola…
Dopo colazione mi aspetta uno dei “capetti” della struttura per farmi fare un giro orientativo e spiegarmi i vari servizi… a dirla tutta avrei pagato per un pisolino… il jet lag (ma forse ancor più la cesta di roba che ho trangugiato a colazione) mi sta mettendo a dura prova! Il giro termina nei pressi della prima delle due piscine e, come se mi avessero tirato un secchio di acqua gelata addosso, mi riprendo all’istante dalla catalessi: seduti sugli sgabelli sommersi del bar (che è proprio al centro della piscina) c’è un gruppo di turisti americani con caraffe di mojito che ha appena chiesto al barista di cambiare musica. Partono le prime note di “Sweet Child O’ Mine” dei Guns N’ Roses… sono in paradiso! E il bello è che non so ancora che questo gruppo di turisti monopolizzerà la musica del bar per tre giorni! Mojito e Guns… posso decisamente morire qui! Anche la pioggia deve essersi sentita fuori luogo tant’è che sul finire della giornata il cielo si rasserena lasciando intravedere una splendida giornata per l’indomani. Mi piace!
Chichén Itzá
Non sono un’appassionata di archeologia. Semplicemente preferisco scambiare due chiacchiere con la gente del posto ovunque mi trovi nel mondo… francamente trovo molto più affascinante entrare in contatto con usi, costumi e culture diverse dalla mia. Ma stavolta non posso tirarmi indietro e questa visita programmata non la posso proprio evitare… mentre esco dalla mia camera penso al gruppo di turisti americani che stanno già prendendo posto in piscina… eh sì… vorrei scivolare nell’oblio a suon di mojito e Guns!
Il bus impiega circa due ore per arrivare a Chichen Itza. Resto rapita osservando dal finestrino del bus i piccoli villaggi dello Yucatan.



“Guarda ciò che fai prima di farlo, solo così non te ne pentirai.”
proverbio maya
Chichén Itzá è entrata nella lista delle ‘cose da vedere nella vita’. L’imponente piramide di El Castillo, la struttura più emblematica del sito, vi lascerà senza fiato, soprattutto in occasione degli equinozi di primavera e di autunno, quando i raggi del sole al mattino e al pomeriggio creano l’illusione di un serpente piumato che si muove lungo la scalinata… peccato…manca solo una settimana all’equinozio di primavera!
Ora, se non fosse stato per il fascino che la cultura maya esercita su di me da sempre, enfatizzato dal corso monografico di antropologia culturale seguito all’università e incentrato proprio sugli antichi popoli maya e aztechi, non avrei mai percorso tutta la vasta area del sito archeologico di Chichen Itza sotto il caliente sole messicano! A ripensarci rivivo ancora oggi la meravigliosa sensazione provata, una volta liberi dalla guida, della birra ghiacciata che scende in gola!
Come è nel mio stile, anche stavolta non mi soffermerò ad elencare la bellezza e l’importanza del sito anche perché sarebbe lungo e probabilmente noioso. Però la visita merita davvero!
Sulla strada del rientro ci fermiamo in un laboratorio tessile artigiano… colpisce gli occhi l’esplosione di colori che vi si parano davanti appena si entra! L’acquisto del sombrero è d’obbligo ed è interessante vedere come viene prontamente arrotolato per entrare nel bagaglio da stiva! Degli shottini di tequila ai vari gusti gentilmente offerti dai proprietari preferirei non parlare… i ricordi da questo punto si fanno un po’ confusi… e sì! Viva Mexico!
Il resto del soggiorno prosegue tra sole mare relax e qualche bella escursione: di certo vi consiglio di non perdervi il bagno con i delfini se vi trovate dalle parti di Puerto Aventuras! È davvero un’esperienza incredibile!
Conclusioni
Il Messico è una terra di grandi contrasti dove alla modernità delle metropoli come Città del Messico si contrappone il rispetto per le tradizioni (sia indigene che dell’era coloniale), una natura incontaminata e variegata, molteplicità di etnie, imponenti resti di antiche rovine ricordo di gloriose civiltà. E a proposito di contrasti e contraddizioni, Octavio Paz definì i suoi connazionali “chiusi, riservati, assenti”. Eppure, la maggior parte dei visitatori (me compresa!) vi dirà che i messicani sono simpatici, disponibili, amanti delle feste… Una cosa ve la posso assicurare: dal Messico si torna con il sorriso!